La traduzione del Cantico dei cantici e dei sonetti shakespeariani in dialetto nocese
Mario Gabriele e Giovanni Laera, lo scorso mercoledì 10 dicembre, hanno tenuto una conferenza stampa nell’unico bar letterario nocese “Caffè Rinaldi”. L’intento dell’incontro è stato quello di descrivere e illustrare il lavoro di traduzione che i due scrittori hanno applicato a testi di un certo calibro come Il Cantico dei Cantici, presente nella Bibbia ebraica, e i famosi Sonetti shakespeariani. La traduzione, che come ci ha spiegato Giovanni Laera “è l’adattamento di un testo da una cultura ad un’altra”, nel nostro caso è consistita nel passaggio dalla lingua in cui i testi in questione sono stati scritti originariamente al nostro dialetto nocese. Questo passaggio linguistico ha comportato un viaggio nel tempo, nei sentimenti e nelle tradizioni. Per questo motivo il volume in cui sono riportate entrambe le traduzioni ha preso il nome di “Il viaggio infinito”, ed esattamente sotto questo titolo verrà presentato il libro in un incontro patrocinato da I Presidi Del Libro e dal Comune di Noci, che si terrà il prossimo 20 dicembre. Il filo conduttore di entrambe le traduzioni è il sentimento amoroso con tutto l’erotismo a esso correlato. “Per quanto riguarda i Sonetti di Shakespeare” ha spiegato Giovanni Laera “essi sono divisi in due parti: una prima dedicata ad un uomo verso il quale Shakespeare nutre un amore platonico, ed una seconda dedicata ad una “dark lady”, donna sensuale e figura erotica, a cui Shakespeare sembra legato da una forte attrazione fisica”. La difficoltà incontrata dai due autori nella traduzione è stata l’impossibilità di tradurre la parola “amore” perché il dialetto nocese tende ad emarginare il termine “amore” e a renderlo con il vocabolo “bene” oppure ad utilizzare la predetta parola con il significato di “causa” intesa o come colpevolezza oppure come “il perché di ogni cosa”. Il lavoro di Giovanni è stato estremamente complesso perché ha voluto riproporre lo stesso quadro metrico e ritmico adoperato da Shakespeare. “Il Cantico dei Cantici” ha proseguito Mario Gabriele “pur essendo contenuto in un libro Sacro, ha destato molto scandalo per l’erotismo che contiene. Infatti non cita minimamente il nome di Dio, descrive la bellezza fisica e racconta l’attrazione tra due giovinetti. Per essere accettato come libro Sacro si è sempre preferito leggere questo sentimento amoroso e questa attrazione in senso allegorico: come relazione tra l’uomo e Dio, tra Cristo e la Chiesa oppure tra Cristo e l’anima per i Cristiani”. Ma Mario ha preferito non nascondere l’erotismo evidentemente contenuto nel testo. Un viaggio infinito, interessante e sorprendente quello presentato dai due autori che in questa presentazione-rappresentazione saranno affiancati da Francesco Sgobba Palazzi, Antonio De Grazia, Francesco Galassi, Angela De Grazia, Angela Liuzzi e Maria Vittoria D’Onghia che interverranno con contributi teatrali, musicali e di commento letterario. I due autori, Giovanni e Mario, ci tengono particolarmente a ringraziare l’Uten, che ha reso possibile la riuscita di un corso di dialetto consistito in quattro lezioni e terminato lo scorso venerdì, e il “Caffè Rinaldi” per la sua gentile accoglienza.
Pietro Gigante › NOCI
13 dicembre 2014, 16:58:31Il cantico dei cantici non è solo presente nella Bibbia Ebraica ma anche in quella Cattolica. Sembra un libro avulso dagli altri ma è parte integrante della BIBBIA. Bene ha fatto Gabriele a renderla più popolare.